Proviamo a spiegare cos’è questo, ormai non più nuovo, “modo” di fare architettura, molto utilizzato dai progettisti e sempre più ricercato da chi desidera vivere in un benessere 100% naturale
Con una crescente attenzione verso il “vivere sano”, e nei confronti della natura, è aumentata anche l’attenzione verso le soluzioni progettuali sostenibili e i materiali “naturali”. Un fenomeno in fortissima ascesa che rimanda ai concetti di bio edilizia e alla creazione di strutture poco impattanti, rispettose dell’ecosistema.
Ma cosa significa bio edilizia?
La parola in se compone, in un unico termine, il rapporto fra uomo, edificio e ambiente.
Progettare seguendo questi criteri significa creare strutture che riducano l’impatto delle costruzioni sull’individuo, realizzando case con materiali naturali, non pericolosi per la salute, e capaci di garantire benessere e comfort di alto livello, paragonabile alle costruzioni tradizionali. Inoltre, assecondare le regole della bio edilizia comporta creare dimore che si integrino il più possibile con il sistema naturale circostante.
Perché si possa dire che una casa è progettata secondo questi criteri occorre quindi impiegare materie prime non tossiche e risorse rinnovabili. Molto amata dal pubblico e sempre più utilizzata, merito anche a un forte impegno da parte dei produttori di materiali, impiegati nella creazione di componenti a basso impatto ambientale e privi di sostanze tossiche, trova in elementi come la calce, la terracotta, il sughero e, ovviamente, il legno (non trattato) alcuni degli ingredienti fondativi. Inoltre, grazie alla bio edilizia è possibile oggi proporre soluzioni costruttive dalla grande qualità estetica e finalizzate al risparmio energetico, una questione di estrema attualità, particolarmente cara agli architetti, ma non solo, che sempre più spesso scelgono di progettare seguendo questi criteri.
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